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Non bastassero gli attacchi dei criminali fatti e finiti o a opera di cyber-spie improvvisate, le minacce in crescita costante e l’incapacità strutturale del cosiddetto “sistema paese” di far fronte a uno scenario da cyber-guerra permanente, l’Italia deve fare i conti pure con una vulnerabilità molto poco “virtuale” presente nelle sue infrastrutture telematiche di base.