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Is it the end of the meme as we know it? The EU has plans to filter your funnies with its Directive on Copyright in the Digital Single Market

È la fine dei meme?

Se credevate che con le restrizioni del GDPR l’UE fosse tutta incentrata sull’apertura di Internet e sulla tutela dei diritti individuali online… ripensateci. L’UE ha intenzione di filtrare le vostre vignette divertenti.

Il Consiglio europeo ha presentato la “Direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale”, proponendola come uno sforzo atteso da tempo per armonizzare la legislazione dell’Unione europea in materia di diritto d’autore. Questa revisione della legge sul copyright sta per sconvolgere la libertà di Internet che conosciamo e potrebbe costringere gli ISP a filtrare i contenuti caricati a causa di potenziali violazioni del copyright.

Un voto eccessivamente risicato

A luglio il Parlamento europeo ha bocciato la proposta per pochi voti. La votazione è stata dominata da astensioni, con 318 voti contrari, 278 favorevoli e 31 astenuti. Ma la direttiva non scompare. Il voto negativo significa che entro la fine dell’anno si svolgerà un ulteriore dibattito a porte chiuse per i legislatori e i singoli Stati membri dell’UE. E sì, ci saranno pressioni ancora più forti.

Chi ci guadagna da tutto questo?

In questa era di Internet, cresce il sospetto da parte dei titolari dei diritti d’autore che esista un “divario di valore” e che non siano loro a beneficiarne. Mentre gli editori, le media company e i musicisti affermati soffrono, le aziende di Internet come Google e Mozilla, insieme a schiere di navigatori della rete fanatici dei meme, non pagano la giusta quota per tutti i contenuti con cui si divertono. O almeno questo è il parere di base della Commissione europea e il problema che la direttiva proposta vorrebbe evidentemente affrontare.

Due grandi pomi della discordia

Due articoli della proposta sono particolarmente controversi: l’articolo 11 e l’articolo 13. Il primo riguarda in larga misura una “tassa di collegamento”, che impone a coloro che utilizzano piccoli frammenti di contenuti giornalistici online di ottenere prima una licenza dall’editore. Questo si rivolge essenzialmente alle aziende come Google che riassumono o pubblicano collegamenti ad articoli scritti da altri.

L’articolo 13, invece, è al centro del dibattito perché sposta sulla piattaforma e sull’ISP l’onere di sradicare l’abuso di materiale protetto da copyright. Potrebbe infatti richiedere agli ISP e alle aziende che ospitano “grandi quantità” di contenuti caricati dagli utenti di monitorare il comportamento di questi ultimi e di utilizzare “tecnologie efficaci” che porterebbero alla “non disponibilità” delle opere senza licenza.

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Crediti: juliareda.eu

 

I filtri servono per il caffè, non per Internet

Basta chiarire il significato dei termini giuridici “tecnologie efficaci” e “non disponibilità” per scoprire, in modo analogo a quanto avviene su YouTube, vari algoritmi utilizzati per identificare e rimuovere i contenuti potenzialmente non autorizzati. Chiamateli semplicemente macchine da censura.

Oltre a essere osteggiata da aziende del calibro di Google e Firefox, la proposta di direttiva è stata anche duramente criticata da un’ampia schiera di personalità note di Internet, tra cui Tim Berners-Lee, inventore del World Wide Web, Bruce Schneier, autore ed esperto di crittografia, Guido van Rossum, fondatore e sviluppatore del linguaggio di programmazione Python, e moltissimi altri.


Crediti: me.me

L’insoddisfazione dei titolari di diritti d’autore

Le opinioni sulle regole del copyright e sulle restrizioni alla copia, che si tratti di musica o di un meme, dipendono in realtà dalla posizione di proprietà dell’autore. Artisti affermati con materiali protetti da copyright, come Sir Paul McCartney, sono a favore di maggiori restrizioni. Gli editori, ad esempio il tedesco Axel Springer, sono sostenitori attivi della proposta di direttiva. A livello globale, visti i problemi con il tradizionale modello di business per i mezzi di informazione, è evidente che hanno buoni motivi per essere preoccupati. Va anche detto che la Germania è uno dei paesi più severi dell’UE quando si tratta di reprimere il download di torrent P2P e di multare chi è coinvolto.

Uno sguardo positivo verso la copia

Is it the end of the meme as we know it? The EU has plans to filter your funnies with its Directive on Copyright in the Digital Single Market - in-post - Credits: Wikimedia
Crediti: Wikimedia

Copiare o, come si potrebbe altrimenti definire, cercare ispirazione da altri è un aspetto importante ed estremamente comune del processo artistico.

È anche una pratica che nella musica ha una larga storia alle spalle. Il musicista boemo Antonín Dvořák ha inserito alcuni brani di musica square dance nella sua Sinfonia “Dal nuovo mondo”, mentre il compositore ungherese Béla Bartók ha ricopiato alcuni violini zingari in alcune opere per pianoforte. Passando a tempi più recenti, la copia è una caratteristica intrinseca, ma ancora controversa, dell’hip hop. Contrariamente all’opinione popolare, non esiste una regola chiara per cui sia legalmente ammissibile prelevare un campione di musica inferiore ai 7 secondi. Il rapper Vanilla Ice, per esempio, è finito nei guai per aver usato la linea di basso di una canzone dei Queen per la sua “Ice Ice Baby”.

Il processo di copia avviene anche con i meme e le parodie video. Pensate a come potrebbe diventare noiosa la vita se si potessero pubblicare nuovi meme solo dopo aver ottenuto la necessaria approvazione da parte del titolare del copyright. La possibilità che la direttiva spaventi i fornitori di servizi Internet inducendoli a filtrare preventivamente i contenuti non autorizzati rappresenta una grande preoccupazione per i sostenitori di una maggiore apertura di Internet.

Non è ancora finita

La ricerca di un mercato unico digitale ha portato alcuni benefici ai consumatori, in particolare la fine delle tariffe di roaming per i cittadini europei che viaggiano all’interno dell’UE. Tuttavia, molti vedono questa proposta di direttiva come un passo indietro. La votazione di luglio è stata solo l’inizio. Come ha affermato Julia Reda, europarlamentare tedesca, “Ogni voto conta“. E anche ogni voce conta. Continuate a seguirci. Vi daremo presto altre notizie.

Questo articolo è disponibile anche in: Francese

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