Hai mai avuto la strana sensazione che Internet sapesse un po’ troppe cose su te? Magari cerchi consigli per una vacanza al mare e un istante dopo il tuo browser è sommerso da annunci pubblicitari di ciabatte infradito, voli aerei e hotel nella splendida Spagna. Ti diamo il benvenuto nel torbido mondo dei broker di dati. Questi loschi figuri raccolgono le tue informazioni e le combinano per creare un profilo dettagliato da vendere a terze parti. Tutto questo a tua insaputa. Chi sono i broker di dati? Che cosa fanno? E soprattutto, le loro attività sono legali? Se hai a cuore la sicurezza e la privacy su Internet, scegli Avira Free Security per una protezione avanzata contro le minacce online, i tracker e le password deboli.
Chi sono i broker di dati?
L’oro è ormai un ricordo del secolo scorso. Oggi esiste un’enorme economia sommersa che prospera grazie alle informazioni sulle persone, che possono ad esempio includere interessi, abitudini di acquisto online e anche risorse economiche. Hai mai avuto la sensazione di non valere molto? La realtà è che la tua vita su Internet è una grande opportunità di guadagno per qualcun altro e ogni tuo clic è importante. Di chi stiamo parlando? Dei broker di dati. Queste aziende raccolgono, analizzano e vendono le informazioni personali dei consumatori come te. Con questi dati, acquisiti online da diverse fonti, creano un profilo dettagliato del cliente e lo vendono ad altre imprese, agli inserzionisti e a volte addirittura ai governi. Puoi considerarli come gli intermediari dell’economia delle informazioni, che accumulano silenziosamente i tuoi dettagli e quelli di tutti gli altri utenti che navigano online. La prossima volta che ti chiedi perché una società di assicurazioni conosce così tante cose su di te, anche se non hai mai compilato nemmeno un modulo sul suo sito Web, sappi che molto probabilmente ha ottenuto i tuoi dati personali da un broker.
A differenza degli hacker o dei criminali informatici, i broker di dati sono tenuti a operare nel rispetto della legge (ma ne riparleremo più avanti), anche se le procedure che seguono possono talvolta sembrare un po’ inquietanti. Il settore del brokeraggio dei dati è stato molto criticato per la sua scarsa trasparenza: non è semplice capire quali informazioni vengono raccolte, da dove vengono acquisite e perché i broker non hanno una relazione diretta con i clienti da cui traggono le informazioni che analizzano, condividono e sfruttano a scopo di lucro. Non scherzavamo quando abbiamo detto che quello dei dati è un business enorme. Secondo le previsioni, il mercato globale di brokeraggio dei dati aumenterà a un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 7,29%, raggiungendo un valore complessivo di 616,541 miliardi di dollari nel 2030. Un incremento straordinario rispetto ai 433,936 miliardi di dollari nel 2025. Ma esattamente, chi è in possesso dei tuoi dati? Se hai la curiosità di dare un nome a questi volti invisibili, tieni presente che tra le 12 società principali di brokeraggio dei dati ci sono Acxiom, Experian, Epsilon ed Equifax.
Quali tipi di informazioni vengono raccolte dai broker di dati?
Davvero sono interessati alle ricerche che fai online per guardare video di simpatici gatti ballerini? Le informazioni, prese singolarmente, potrebbero sembrare innocue o perfino inutili. Ma quando vengono combinate, dipingono un quadro incredibilmente preciso della tua vita online. Ecco alcuni dei tipi di dati raccolti con maggiore frequenza:
- Dati personali: chi sei? In questo gruppo rientrano informazioni come il nome, la data di nascita, il genere, lo stato civile, lo stato di famiglia (se hai figli), il livello di istruzione, l’impiego, l’indirizzo di residenza, il numero di telefono e gli indirizzi e-mail.
- Attività online: che cosa fai su Internet? Quali sono i tuoi hobby e i tuoi interessi? I broker raccolgono informazioni dai siti Web che visiti (tra cui gli elementi su cui clicchi o su cui passi il puntatore del mouse e per quanto tempo esegui queste operazioni), la tua cronologia di ricerca e le interazioni sui social media.
- Abitudini di acquisto: che cosa ti piace e cosa compri? Quanto puoi permetterti di spendere? Le tue abitudini di acquisto, la cronologia delle transazioni e gli schemi di spesa ricorrenti sono tutte informazioni condivise online.
- Dati finanziari: quanto guadagni e come gestisci i tuoi soldi? I broker spesso sono a conoscenza del tuo merito creditizio, dei prestiti che hai contratto e del tuo reddito stimato.
- Informazioni mediche: qual è il tuo stato di salute? I broker potrebbero avere accesso ai dati relativi ai fitness tracker e alle medicine che acquisti. Inoltre, possono sapere se ha eseguito ricerche online in ambito medico o se hai una patologia che hai riscontrato autonomamente.
- Dati sulla posizione: dove ti trovi? Queste informazioni sono ricavate dalle funzionalità di tracciamento GPS delle app mobile, dai check-in che effettui nelle strutture ricettive e dalle tue abitudini di viaggio. Inoltre, l’indirizzo IP, l’indirizzo di fatturazione e altri dati personali che fornisci online consentono ai broker di individuare la tua posizione geografica, a grandi linee o addirittura con precisione.
Ti è mai capitato di scrivere un post contro un candidato alle elezioni? I broker di dati possono ottenere informazioni dettagliate anche su altri argomenti, per esempio sulle tue posizioni politiche. L’acquisizione di specifici dati, come la sieropositività, l’orientamento sessuale o il casellario giudiziale, può essere percepita come invadente e potrebbe anche avere conseguenze discriminatorie.
I broker aggregano tutte le informazioni raccolte per creare segmenti di utenti: “neogenitori”, “consumatori attenti alla salute”, “proprietari di una nuova casa” e così via. Questi profili vengono poi venduti ad altre aziende che, a loro volta, li usano per ottimizzare le strategie di vendita e di marketing. È un ingranaggio. E sono proprio i tuoi dati a farlo funzionare.
Il sistema non è perfetto e i broker di dati a volte si possono sbagliare, pur acquisendo enormi volumi di informazioni. Ad esempio, potresti contaminare i profili creati se acquisti vestiti per il bambino piccolo di un tuo amico o se cerchi in cosa consiste un intervento di protesi all’anca su richiesta di un anziano parente. In pochi istanti, vedrai comparire annunci su prodotti alimentari per l’infanzia o su sistemi montascale.
Perché i broker di dati raccolgono informazioni?
La risposta sintetica è: per guadagnare. Chiunque è un potenziale cliente. I tuoi dati non vagano senza meta nel cyberspazio: sono una preziosa merce di scambio, che le aziende possono utilizzare per diversi scopi.
- Pubblicità mirata: le aziende vogliono sapere che cosa ti piace, così possono venderti più prodotti di tuo interesse. Non ha senso sprecare soldi per mostrare un annuncio su un capo d’abbigliamento push-up sportivo in licra a una persona che spende la maggior parte del suo reddito in patatine e videogiochi online.
- Informazioni utili per il marketing: i brand sono molto interessati a conoscere le abitudini dei consumatori, perché sono utili per lo sviluppo di strategie e campagne di marketing.
- Valutazione dei rischi: le banche, le società di assicurazioni e gli istituti di credito devono valutare la tua affidabilità creditizia e sapere quanto è probabile che tu non adempia a un prestito. Il brokeraggio dei dati consente alle aziende di contrastare le truffe, ad esempio controllando l’accuratezza delle informazioni fornite nel modulo di richiesta di un mutuo.
- Verifiche dei precedenti: i datori di lavoro, i proprietari di immobili e persino le app di incontri potrebbero fare ricorso ai servizi dei broker di dati per capire con chi hanno a che fare. Anche le informazioni presenti sui siti di ricerca di persone, come PeekYou e PeopleSmart, sono fornite dai broker di dati. Qui puoi trovare l’indirizzo, il numero di telefono e altri dettagli di chiunque (solitamente a pagamento). Purtroppo, queste informazioni possono essere usate in modo improprio per commettere furti di identità e sferrare attacchi di ingegneria sociale o doxing.
- Assicurazione sanitaria: le informazioni relative alla tua salute e al tuo stile di vita (compresi i farmaci che acquisti, se bevi e/o fumi, le ricerche che fai online su sintomi specifici e perfino il numero dei passi che compi ogni giorno o le tue abitudini del sonno) potrebbero essere utilizzate dalle società di assicurazione sanitaria per stabilire le tariffe da applicare alla tua polizza.
- Governo e forze dell’ordine: a volte le autorità acquistano dati per scopi di indagine e di raccolta delle informazioni di intelligence. Alcune persone hanno espresso preoccupazione in merito alle implicazioni per la privacy e al fatto che i dati raccolti dalle forze dell’ordine possano avere un impatto molto negativo soprattutto sulle comunità degli immigrati e delle persone di colore. Per saperne di più, leggi questa relazione del Center for Democracy and Technology (CDT): Legal Loopholes and Data for Dollars.
In che modo i broker di dati ottengono le informazioni?
Ora sai cosa raccolgono e perché. Ma in che modo lo fanno? Di solito è un lavoro molto semplice, perché i broker possono contare su un “infiltrato”, cioè tu. Quasi tutti mettiamo a disposizione i nostri dati, spesso senza rendercene conto. Inoltre, che ti piaccia o meno, esistono documenti pubblici che ti riguardano e che spesso sono facilmente consultabili. I database delle agenzie governative contengono informazioni di diverso tipo, come gli atti di proprietà, i documenti ufficiali delle imprese e gli atti giudiziari, oltre a certificati di nascita, di matrimonio e di divorzio, dati sull’iscrizione nelle liste elettorali e altre cose che preferiresti dimenticare, come le dichiarazioni di fallimento.
Nella giornata odierna, quante volte hai aggiunto un commento, messo “Mi piace” o condiviso un contenuto sui social media? Viene tutto raccolto, insieme ai dettagli del tuo profilo. L’intera cronologia della tua navigazione online è una miniera d’oro. Ogni volta che utilizzi un motore di ricerca, visiti una pagina Web o completi un quiz online, lasci una traccia digitale che i broker di dati possono seguire. Il tracciamento sul Web è implacabile. La creazione di un’impronta digitale del browser, ad esempio, consente ai broker di dati di assegnare un identificatore univoco a ogni utente, in base alle impostazioni del suo dispositivo e del suo browser. In questo modo possono monitorarne le attività in diversi siti Web. I broker di dati usano anche il web scraping, una tecnica che si avvale di un minuscolo frammento di software o script per estrarre i dati di un sito Web.
E a chi non piace la comodità di fare shopping online? I tuoi acquisti sono un grande affare, non soltanto per l’azienda che ti ha effettivamente venduto un prodotto. Hai comprato in un negozio fisico e hai usato la tua carta fedeltà? Quanto hai speso? Hai pagato in contanti, con carta di credito (o bancomat) oppure con un coupon? Anche gli acquisti che fai regolarmente al supermercato vanno ad aggiungersi ai pool di dati dei broker. La tua compagnia di assicurazione sanitaria privata ha accesso ai tuoi scontrini? Speriamo che tu abbia comprato tanta frutta fresca.
Quante app usi? I fitness tracker o le app meteo potrebbero inviare molti più dati che semplicemente il conteggio dei passi o le previsioni del tempo relative alla tua zona. Ricorda quindi di non cliccare mai su “Accetta” senza aver letto i termini e le condizioni. Molte aziende vendono questi dati ai broker nell’ambito del proprio modello di business, per coprire la spesa dei servizi che ti offrono “gratuitamente”.
Il brokeraggio dei dati è legale?
Qui le cose si fanno più confuse. Sì, i broker di dati devono agire nel rispetto della legge, ma le normative non sono sempre ben chiare e le procedure di raccolta dei dati possono sollevare questioni etiche. Il consenso è spesso sepolto sotto una mole di clausole in caratteri piccolissimi, dove è difficile trovare la sezione pertinente o comprendere i termini stabiliti. Molte persone non si rendono conto di quante informazioni su di loro siano in circolazione o di quanto sia difficile rimuoverle.
Inoltre, le normative variano da paese a paese. Nel Regno Unito e nell’Unione europea, il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) garantisce ai consumatori un certo controllo sui propri dati, dal momento che impone alle aziende la massima trasparenza sulle modalità di raccolta e trattamento delle informazioni personali. Il Consiglio europeo è orgoglioso di questo provvedimento, considerato come la “legge più rigorosa al mondo in materia di privacy e sicurezza”. Il Regolamento generale sulla protezione dei dati dà anche ai consumatori il diritto di chiedere alle aziende di eliminare le informazioni che hanno memorizzato su di loro.
Negli Stati Uniti, le leggi sulla privacy dei dati sono in genere meno rigide e più frammentate. Non esiste una normativa federale in materia di brokeraggio dei dati e solamente alcuni stati, tra cui la California, hanno introdotto misure più restrittive. In altri paesi la legislazione è più eterogenea: in alcuni casi i consumatori sono molto tutelati, mentre in altri i controlli sono carenti.
Posso scegliere di negare il consenso alla raccolta dei dati da parte dei broker?
Non sarà facile scomparire completamente dai loro database. Per negare il consenso alla raccolta dei dati, puoi contattare i singoli siti Web di brokeraggio dei dati e richiedere che le tue informazioni vengano rimosse. Ti serviranno tempo e pazienza. Se vuoi provare questa strada, consulta l’ampio elenco delle società di brokeraggio dei dati stilato da Privacy Rights Clearinghouse, dove puoi trovare link alle informative sulla privacy e istruzioni sulle modalità di revoca del consenso relative a ciascun broker. Inoltre esiste un’azienda, BrandYourself, che esegue la scansione dei database dei principali broker in cerca dei tuoi dati e crea un resoconto dei database in cui è riuscito a trovarli. È un ottimo punto di partenza se vuoi capire quali broker contattare. Puoi anche rivolgerti ad aziende private che offrono servizi a pagamento per la rimozione automatica dei dati. Ecco una panoramica dei servizi di rimozione dei dati più utilizzati nel 2025.
Se temi che la raccolta dei tuoi dati personali da parte di un’azienda violi i tuoi diritti, puoi presentare un reclamo all’agenzia governativa competente. Negli Stati Uniti, puoi contattare il servizio di assistenza della Federal Trade Commission contro le frodi, le truffe e le pratiche commerciali scorrette. Nel Regno Unito, invia una segnalazione all’Information Commissioner’s Office. Se vivi in Italia, puoi presentare un reclamo al Garante Privacy.
La cosa più semplice da fare per proteggere i tuoi dati e la tua privacy è comunque restare del tutto alla larga dai broker di dati o quantomeno ridurre al minimo le informazioni che possono raccogliere. Per questo è indispensabile adottare sane abitudini online.
Il pericolo delle violazioni dei dati
Le società di brokeraggio non sono immuni agli attacchi di violazione di dati, quindi le tue informazioni possono essere a rischio anche se presti attenzione alla sicurezza online. Vediamo per esempio il recente caso di violazione dei dati subito da Gravy Analytics. Gli hacker russi sostengono di aver esfiltrato più di 10 terabyte di dati sensibili dai sistemi di questa importante azienda, che opera nel settore dell’intelligence di informazioni basate sulla posizione. Tinder, Spotify, Citymapper, Mumsnet e Sky News erano alcune delle società incluse nell’elenco di app interessate dalla violazione, che ha esposto le vulnerabilità presenti nell’infrastruttura di sicurezza informatica di Gravy Analytics.
È una situazione spaventosa: quando i tuoi dati sono nelle mani di qualcun altro, chissà chi altri può accedervi?
Come proteggere i tuoi dati dai broker e aumentare la sicurezza online
Anche se potresti sentirti come una pannocchia di mais travolta da una mietitrebbiatrice, ci sono buone notizie: hai la possibilità concreta di limitare la quantità di informazioni personali a cui potrebbero accedere i broker di dati o, ancor peggio, i criminali informatici. La cosa che conta è fare attenzione alle attività che svolgi online e scegliere una tecnologia affidabile in grado di difendere la tua privacy. Per iniziare, consulta la nostra semplice guida alla navigazione anonima.
- Non condividere informazioni personali sui social media. Inserisci meno dati possibile nel tuo profilo e regola le impostazioni di privacy per mantenere privati i tuoi account. Chiediti sempre che cosa potrebbe fare qualcun altro con le tue informazioni. Ad esempio, una tipica domanda di sicurezza riguarda il cognome da nubile di tua madre, quindi non menzionarlo mai su Facebook. Inoltre, evita di partecipare a concorsi o quiz online, altrimenti rischi di servire un’enorme quantità di dati su un piatto d’argento.
- Utilizza una rete privata virtuale (VPN).Una VPN è in grado di nascondere il tuo indirizzo IP e crittografare il traffico Web mentre navighi e fai acquisti online. Avira Phantom VPN è disponibile come singolo prodotto o all’interno della suite Avira Free Security. Ricorda che è indispensabile utilizzare una VPN sulle reti Wi-Fi pubbliche.
- Fai attenzione a dove clicchi. Non cliccare su link sconosciuti all’interno di post, annunci ed e-mail, perché non puoi mai sapere dove andrai a finire o cosa installerai inavvertitamente. Potrebbe trattarsi di un malware, un software di keylogging o un’applicazione potenzialmente indesiderata (PUA, Potentially Unwanted Application). I criminali informatici sono esperti negli attacchi di phishing, durante i quali creano siti Web e messaggi e-mail dall’aspetto legittimo per convincerti con l’inganno a interagire.
- Elimina i cookie. Questi file di piccole dimensioni, che contengono una serie di numeri e lettere, vengono scaricati sul computer ogni volta che visiti un sito Web e funzionano come un ID univoco associato al tuo dispositivo. Inoltre, memorizzano informazioni sulle tue attività online in modo che tu possa ricevere pubblicità mirate. Cancellare i cookie ti permette di proteggere la tua privacy online ed è un’operazione particolarmente importante da eseguire se utilizzi un computer pubblico.
- Installa solo app affidabili. Non importa quanto sia forte la tentazione di creare un video in cui canti in playback la tua canzone preferita o scoprire che aspetto avrai fra cinquant’anni… Non scaricare mai nessuna app. Saranno anche divertenti, ma in molti casi sono progettate per acquisire le tue informazioni personali e anche le tue credenziali di pagamento.
- Scegli un browser Web ottimizzato per la privacy. Avira Secure Browser blocca non soltanto gli URL e i siti Web pericolosi, ma anche gli annunci, i tracker e la creazione dell’impronta digitale del browser.
- Per i veri guerrieri della privacy: nascondi la tua presenza online con il browser Tor.Il browser Tor, noto anche come The Onion Router (letteralmente “router a cipolla”) per i suoi molteplici livelli di sicurezza, porta la privacy online su un piano completamente nuovo. Il traffico viene crittografato e instradato attraverso una rete complessa di server, eliminando i cookie e la cronologia di navigazione. Tieni presente che alcuni amministratori di rete possono bloccare Tor e il tuo provider di servizi Internet potrebbe perfino segnalarti alle forze dell’ordine, dal momento che questo browser è associato al dark web. Inoltre, può anche rallentare la navigazione.
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