C’è un pericolo silenzioso in agguato, che quasi nessun utente di WhatsApp conosce: basta un attimo di distrazione e tutte le chat di WhatsApp possono essere spiate facilmente da terzi, senza bisogno di essere un hacker. Quindi, se condividete piccoli e grandi segreti con gli amici su WhatsApp, dovreste prestare estrema attenzione.
Tutti chiacchierano via WhatsApp: circa 1,2 miliardi di persone in tutto il mondo e circa 22 milioni di italiani si scambiano ogni giorno banalità, dettagli intimi e segreti aziendali attraverso il sistema di messaggistica istantanea. E con buone intenzioni di fondo, WhatsApp si affida ormai da tempo alla crittografia sicura end-to-end, che esclude quasi completamente gli hacker dall’intercettazione dei dati. Tuttavia c’è un pericolo silenzioso in agguato, che quasi nessun utente di smartphone conosce: basta un attimo di distrazione e tutte le chat di WhatsApp possono essere spiate facilmente da terzi, senza bisogno di essere un hacker. Per farlo esistono perfino diverse opzioni.
1. Tramite app di spionaggio
Sempre più servizi di spionaggio commerciale appaiono su Internet. Con il loro aiuto, le spie amatoriali sarebbero in grado di vedere in un colpo solo tutto ciò che accade sugli smartphone di destinazione, compresa la cronologia completa della chat di WhatsApp. Inoltre, è possibile accedere alle chiamate in entrata, in uscita o perse, ai calendari degli appuntamenti, alle foto, ai luoghi di soggiorno e molto altro ancora, il tutto accuratamente preparato e accessibile via Internet. La domanda di tali servizi è sorprendentemente elevata: in particolare i partner gelosi e i genitori preoccupati si affidano ad esempio al popolare servizio MSpy.
Esistono varie opzioni di dotazione. È particolarmente facile con gli iPhone. Tutto ciò che serve alla spia sono l’Apple ID e la password della vittima. Dovrebbe essere facile reperirli entrambi, almeno nel caso di familiari e amici. Armato di queste credenziali, lo spione ha quindi accesso tramite l’interfaccia Internet ai backup di iCloud, che di solito vengono creati automaticamente ogni giorno. Con i dispositivi Android l’uso di MSpy risulta invece molto più complicato. In questo caso, per installare l’app MSpy la spia deve avere accesso diretto allo smartphone. L’applicazione trasmette poi i dati al servizio MSpy. Ma la faccenda presenta due problematiche: da un lato lo spione deve conoscere la password di Google e dall’altro il tutto funziona solo su Android “radicati”. Ciò significa che l’utente ha accesso a funzioni di sistema più profonde, il che è possibile solo attraverso interventi complessi. Inoltre, MSpy richiede cifre consistenti per gli abbonamenti: un mese costa 60 euro, mentre l’abbonamento annuale costa 170 euro. Pur sempre più economico di un investigatore privato, ma comunque costoso.

Come contrastare lo spionaggio via app: tenete d’occhio il vostro telefono e non condividete mai codici di sblocco e password. Altrimenti chiunque vi sta intorno può leggere i vostri messaggi con facilità. Fate inoltre attenzione a chi prestate il vostro telefono e non lasciatelo in giro.
2. Tramite il programma ufficiale WhatsApp
Ma i curiosi possono spiare WhatsApp molto più facilmente e gratuitamente, almeno se il bersaglio vive nella stessa casa. Infatti WhatsApp è disponibile anche per computer. Il tutto può essere facilmente usato impropriamente per lo spionaggio. Di fatto, per completare l’installazione il compagno curiosone ha bisogno, oltre al programma gratuito, dello smartphone della vittima solo per un attimo (“Puoi prestarmi il cellulare per un secondo?”). Giusto il tempo di fotografare con WhatsApp il codice QR sullo schermo. Da quel momento la cronologia completa delle chat appare anche sul PC dello spione, che può studiarla in tutta tranquillità. Ogni volta che lo smartphone della vittima torna a connettersi alla rete domestica la spia può aggiornare i dati.
Come contrastare questo: il metodo è tanto semplice da attuare quanto facile da smascherare. Nelle impostazioni di WhatsApp sullo smartphone è sufficiente dare un’occhiata alla sezione “WhatsApp Web/Desktop”. Qui è scritto nero su bianco quando il servizio è stato attivato per l’ultima volta. Quindi, se non avete collegato WhatsApp al vostro PC o se vedete alcune voci in questo punto, dovreste staccarvi dalle connessioni sospette il prima possibile facendo clic su “Disconnetti da tutti i dispositivi”.
3. Con metodi da hacker
Con il metodo da hacker, lo spione di WhatsApp fa credere di avere in mano lo smartphone della vittima. Ecco come funziona: con l’aiuto di speciali applicazioni, sostituisce l’indirizzo MAC del proprio dispositivo con l’indirizzo MAC dello smartphone della vittima. Sembra complicato, ma in realtà la manovra può essere eseguita abbastanza facilmente in una cerchia ristretta di persone. L’ostacolo maggiore è rappresentato dal fatto che la spia deve avere accesso allo smartphone della vittima per un periodo di tempo più lungo. Infatti solo in questo modo può scoprire il suo indirizzo MAC. Questo lo si riesce a fare rapidamente dalle impostazioni del dispositivo. Poi impianta l’indirizzo MAC rubato nel proprio smartphone utilizzando un’applicazione di spoofing. Il secondo ostacolo si presenta durante la successiva installazione di WhatsApp, durante la quale lo spione deve fornire il numero di telefono della vittima e intercettare il codice di verifica richiesto, che viene inviato allo smartphone di questa tramite SMS. Se la digita sul proprio telefono, il ficcanaso può non solo leggere i messaggi WhatsApp della vittima, ma perfino scriverli a nome di questa.
Come contrastare il trucco dello spoofing: fondamentalmente con le stesse precauzioni usate per le app di spionaggio. Non lasciate mai il vostro smartphone in mano ad altri e non date a nessuno i vostri codici di sblocco e password.
Pesanti sanzioni in agguato
Intercettare i messaggi di WhatsApp è ovviamente una questione scottante non solo dal punto di vista etico, ma anche da quello legale. Infatti senza il consenso della vittima lo spionaggio è severamente proibito. “Chiunque venga sorpreso rischia una condanna almeno per intercettazione di dati non autorizzata ai sensi dell’articolo 202b del codice penale tedesco. Si rischiano fino a 2 anni di reclusione”, avverte l’avvocato dei media Christian Solmecke. Non a caso le applicazioni di spionaggio sono commercializzate dai produttori come programmi di protezione dei bambini per genitori iperprotettivi. Questo perché i propri figli non devono necessariamente essere informati sulle attività di spionaggio.